Note di Regia

La Colombia è un paese che ho sotto la pelle, mi è entrata nel profondo con le sue genti attraverso i 5 viaggi che mi hanno portato a visitarla, a lavorarci e a sperimentare emozioni molto intense. Prima, con il mio corpo, come volontario in zona di conflitto e poi come regista. L’atto di filmare per me è un gesto molto intimo, prima di farlo
è necessario aver percorso una strada di avvicinamento con i personaggi e le loro storie. Questo investimento sul tempo mi fa capire qual è la giusta distanza tra il soggetto e la camera, in quale angolo posizionarla, come comporre l’inquadratura. Da questa intimità emergere qualcosa di più complesso della semplice osservazione.
Quando capisco che è il momento di girare, in quell’ istante carico di emozioni condivise, la macchina da presa sparisce.
Girare non è semplicemente dar vita a delle immagini, ma la nascita di un rapporto unico e intimo. Non mi pongo alla ricerca di uno stile a priori; lo stile nasce dal tempo che si spende con i personaggi fino a quando non si trova la giusta distanza e prospettiva nella storia.

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